ANMVI

Taglio IVA veterinaria: doveroso scendere al 10%

Collocare le prestazioni veterinarie nello scaglione agevolato IVA del 10%.  ANMVI chiede un passaggio di aliquota stabile e non solo per l'emergenza. Adeguare la fiscalità alle politiche europee su Salute-Agricoltura-Ambiente

(Cremona 23 giugno 2020)- Il taglio dell’IVA sulle cure animali è doveroso, fa notare l'ANMVI rilanciando l'IVA al 10% per la prevenzione e per le cure contro le malattie animali. Dopo COVID-19 la salute animale non può più essere considerata un lusso superfluo. L'Associazione si rivolge a tutte le forze politiche.

Sono finalmente saltate le clausole di salvaguardia che per anni hanno strangolato le cure veterinarie- dichiara il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi. “E’ arrivato anche il momento di scendere allo scaglione agevolato del 10%, lo stesso dei medicinali veterinari. Stabilmente e non solo in fase emergenziale”.

Applicando alle prestazioni veterinarie l’aliquota massima del 22% si è generato un onere fiscale particolarmente pesante per milioni di proprietari di animali da compagnia (una famiglia su tre) sia per i proprietari di animali da reddito e d’allevamento che ricevono cure veterinarie private.

La crisi economica post-emergenza renderà ancora più gravoso sopportare questo peso fiscale, con il rischio di incrinare la salute e il benessere animale.

COVID-19 ha insegnato che è finito il tempo di considerare la sanità veterinaria un lusso o un bene superfluo da tassare. Le epidemie presentano il conto. "Al contrario- fa notare l'ANMVI-  lo sviluppo delle prestazioni veterinarie, migliorando la salute degli animali, può generare risparmi di spesa pubblica".

Inoltre, incentivare lo sviluppo della salute e del benessere animale contribuirà ad allineare l’Italia alle politiche europee one health, di sostenibilità, di sicurezza alimentare from fark to fork e di integrazione fra Salute-Agricoltura-Ambiente.

Ufficio Stampa ANMVI - Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- 0372/40.35.47

 



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